Il secondo addio di Guccini
Un addio lungo 4 anni, quello di Francesco Guccini al pubblico.
Già nel 2013 il cantautore modenese aveva salutato la musica, sia dal vivo che in studio, con la pubblicazione del suo ultimo lavoro L’ultima Thule.
Oggi, a 48 mesi da quella promessa tradita solo in occasione del concerto a favore delle vittime del terremoto che colpì la sua terra, Guccini ha deciso di scendere definitivamente dal palco. Non solo continuerà a non suonare, ma non intratterrà più il pubblico neppure con i suoi racconti.
Dopo 50 anni di carriera (l’esordio risale al 1967 con la partecipazione al programma di Caterina Caselli Diamoci del tu) il cantautore, scrittore, compositore e attore emiliano sembra davvero aver chiuso definitivamente con la musica (“La chitarra è in un angolo della casa e non si sposta dai tempi dell’ultimo album”), ma non con l’altra sua grande passione: la scrittura (“Mi siedo al computer tutti i giorni e scrivo. Ho appena finito un giallo che uscirà in autunno”).
Quando si consumerà il commiato al proprio affezionatissimo pubblico transgenerazionale?
L’ultima apparizione dell’autore di brani come L’avvelenata, Auschwitz, Cirano, Il vecchio e il bambino si terrà il 26 Giugno al Carpi Summer Fest dove Guccini, fedele al suo primo addio, si intratterrà in una chiacchierata con Massimo Bernardini. Una seconda ultima volta “tranquilla, buona, bella” per la quale il cantautore non teme di cedere alla commozione ("Forse se cantassi, ma non lo farò”).
E per chi crede che il vero motivo dei suoi ritiri stia in un voto fatto tempo fa, Guccini risponde nel suo solito modo scanzonato e dissacrante:“Era una battuta. La uso spesso quando non voglio fare qualcosa”.
Dopo mezzo secolo passato sul palco, il pubblico potrà godere delle sue intramontabili e sempre attuali poesie cantate e dei suoi libri. Ma non più della presenza scenica di quel ragazzo senza barba ed i capelli neri ben pettinati che cantava Auschwitz.