Bitcoin e Ethereum continuano la scalata ai mercati regolamentati: tra luglio e settembre il via l
Le criptovalute continuano a corteggiare la liquidità dei mercati borsistici più importanti collezionando in questi mesi importanti traguardi sulla strada che porta ad un definitivo riconoscimento quale strumento finanziario regolamentato. La U.S. Commodity Futures Trading Commission ha autorizzato Ledger X (start up con base a New York partecipata dalla branch di venture capital della molto più nota Alphabet ) a fornire servizi di clearing per fully collateralized digital currency swaps, option e futures su svariate cryptocurrencies, con la società che si dice pronta ad assurgere al ruolo di prima trading venue autorizzata ad offrire derivati su queste (quindi anche possibilità di hedging...). La risposta della Chicago Board Options Exchange (CBOE Holdings, Inc.), seconda sul mercato solo a CME Group, non si è fatta attendere e, solo ad una settimana di distanza, la società ha dichiarato di essere in attesa dell’autorizzazione da parte della stessa CFTC al lancio di cash-settled bitcoin futures (sembra si tratti solo di una formalità) e, più in generale, di mettere sul mercato tutta la propria innovativa gamma di prodotti derivati sulla famosa criptovaluta. Chicago Board Options Exchange farà ricorso ai dati forniti dalla piattaforma Gemini, questa specializzata proprio in cryptocurrencies. Gemini non è certo una società sconosciuta per chi segue le vicende legate all’approvazione del primo ETF su cryptocurrencies negli Stati Uniti. Intensificatesi proprio quest’anno, le proposte pervenute alla SEC per lo sbarco sul mercato del primo ETF legato a Bitcoin o Ethereum hanno finora avuto esito negativo, in primis la nota proposta dei gemelli Winklevoss, che prevedeva di collegare il valore del sottostante ai prezzi negoziati sulla piattaforma/borsa per asset digitali di loro proprietà, la già citata Gemini, creando un ETF “fisico” che, de facto, deterrebbe Bitcoin. Pur restando ancora dubbio l’esito del “ricorso” su tale decisione, presentato dal circuito Bats Exchange ( il quale fa capo proprio al CBOE, che, anche in questo caso, non maschera quindi il proprio interesse per le possibilità commerciali che ruotano intorno alle criptovalute ) nell’inedita veste di “sponsor ” per questo innovativo ETF destinato proprio ai suoi listini, sono invece note le motivazioni che hanno portato all'iniziale rigetto della proposta da parte della SEC: esse sono riconducibili alla natura della criptovaluta stessa e si basano sui timori che quest’ultima sia troppo esposta ad episodi di frode o comunque non ancora adeguatamente regolamentata e stabile per sbarcare sui mercati sotto il suo controllo. La SEC, in tale occasione, non aveva però mancato di esaltare i pregi della cryptocurrency auspicando miglioramenti su tali carenze in vista di una futura approvazione. Resta pendente anche il giudizio presentato sulla proposta per il primo ETF sulla principale alternativa al Bitcoin ovvero Ethereum, che, negli ultimi mesi, ha fatto registrare record di crescita soprattutto grazie ad un atteggiamento più possibilista da parte della SEC stessa, dettato certo da alcune peculiarità della cryptocurrency ma, anche, dalla presenza di un potente consorzio di società in sostegno della sua diffusione, l’Enterprise Ethereum Alliance (de quale fa parte anche il Chicago Mercantile Exchange Group, leader del mercato dei derivati e principale concorrente del CBOE). Un altro fattore che gioca a favore dell’approvazione di un ETF su Ethereum è rappresentato dal fatto che Gemini stessa è stata la prima borsa mondiale a ricevere un autorizzazione "ufficiale" alla negoziazione di una cryptocurrency, Ethereum appunto, (da parte del NY State Department of Financial Services). Questo non è un particolare di poca rilevanza in quanto la SEC difficilmente potrà trascurare il parere espresso da un'altra autorità proprio in relazione alla sicurezza delle negoziazioni di una criptovaluta, negoziazioni che avvengono tra l'altro proprio su Gemini ( che ovviamente tratta oggi sia "Ether" che Bitcoin). Questo fattore, insieme con la decisione della U.S. Commodity Futures Trading Commission che spiana la strada a opzioni e swap , futures e opzioni sulle cryptocurrencies, renderà davvero complesso motivare un eventuale nuovo rigetto delle proposte ETF Bitcoin. La possibilità di accedere a futures e swap sui Bitcoin amplia poi ulteriormente il ventaglio di possibilità per la realizzazione di ETF sulle criptovalute: basti pensare a come sono oggi costruiti ad esempio alcuni ETC sulle materie prime e a come questi impieghino contratti futures in qualità di sottostante nonché al fatto che il Bitcoin, per le sue caratteristiche, non è riconosciuto ufficialmente come una "valuta" ma ha piuttosto ricevuto proprio la qualifica di "commodity" dalla Commodity Futures Trading Commission nel 2015 . Sempre più evidente, infine, l'interesse della Silicon Valley per questo business, oggi evidente osservando le mosse di Alphabet, ex Google, ma già presente con l'appoggio di colossi come Intel e Microsoft nel consorzio che sostiene la diffusione di Ethereum. E Apple? Si muove eccome, ma sottotraccia. Le app presentate di recente da Cupertino permettono il trasferimento di denaro tra account attraverso la presenza di Apple PayCash all'interno dell'Apple Wallet . A detenere valore trasferibile tra utenti oltre che impiegabile per pagamenti quotidiani (Apple Pay) esattamente come una criptovaluta (Ether è famoso soprattutto per l'ecosistema nel quale è già spendibile proprio grazie al consorzio che lo supporta) è quindi Apple PayCash che, tra le altre cose, può già avvalersi del potenziale impiego su oltre mille milioni di device della Mela già in circolazione e della diffusione sempre maggiore che Apple Pay registrerà nei prossimi anni proprio come metodo di pagamento rapido e sicuro.
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