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Giuseppe Politi

Istat, revisione del Pil a ribasso ma il debito pubblico migliora


Le recenti correzioni al ribasso del Pil per l’anno in corso hanno creato il timore in molti di noi che la crisi non era del tutto finita e che il decennio poteva protrarsi oltre per alcuni mesi o addirittura un anno. Ma non è così, nonostante la correzione, l’Istat fa sapere che il debito pubblico è sceso e il Pil nominale è migliore del previsto di 0,6 punti percentuali nel denominatore (8,8 miliardi di prodotto in più) che ha permesso anche di ridefinire il livello del rapporto debito/ pil, che risulta attestato, nel 2017, non più al 131,8 per cento, ma al 131,2 per cento. Non si sa se questo contribuirà alla percezione esterna dell’Italia o le valutazioni delle agenzie di rating saranno meno severe, ma sicuramente pone bene verso tutti gli osservatori internazionali per le prospettive della finanza pubblica italiana. Almeno è un elemento positivo. Un miglioramento rispetto al 2014 dove il rapporto debito/pil era al 131,8%, migliorato nel triennio costantemente , anche se di poco, con uno 0,2% annuo. Sicuramente la ripresa dell’economia reale è debole, gli ultimi dati di produzione industriale rappresentano un ritmo dell’1,2 per cento nel 2018 e dell’uno per cento nel 2019. Intanto, lo scenario internazionale presenta rischi non trascurabili tra cui le guerre commerciali sui dazi, il rialzo del petrolio e la normalizzazione della politica monetaria in Europa.

Il debito pubblico italiano resta comunque importante, e aumentare la crescita, in un quadro di tenuta finanziaria, rimane particolarmente prioritario. Statisticamente ci sono i margini per ottenere una discesa del rapporto debito pubblico/pil per l’anno prossimo anche con qualche decimale in più rispetto a un target di deficit dell’1,6 per cento.

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