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Emanuele L. Basso Ricci

Borsa Italiana: due nuovi ETF per Invesco


Dopo la fase di ampliamento e riorganizzazione delle attività internazionali, Invesco torna a proporre nuovi strumenti sui mercati europei sfruttando solide partnerships con importanti index provider.

La famiglia Equity Sector, nata dalla collaborazione con il colosso dell'investment banking Goldman Sachs e con focus smart beta, si amplia con l'arrivo, anche su borsa Italiana, del terzo strumento, una soluzione dedicata a chi desidera sfruttare l'approccio multifattoriale sviluppato dall'asset manager per acquisire un'esposizione diversificata sull' equity emerging scegliendo però anche una minor correlazione e una performance ottimizzata in rischio e rendimento. Anche il focus emerging, dopo le già presenti alternative offerte da Invesco/Goldman su equity World e Europe, costituisce di per sé un elemento di distinzione in un panorama saturo di alternative non market capital weighted su equity sviluppata. Invesco Goldman Sachs Equity Factor Index Emerging Markets UCITS ETF (IE00BD5KGK77), valuta base USD, è un exchange traded fund di tipo swap based che sfrutta la metodica unfunded per ottenere esposizione ad una selezione di titoli estratti dall'universo d'investimento definito dal noto MSCI EMERGING MARKETS INDEX (850 titoli mid large cap in 24 mecati). Il benchmark sottostante, ossia il Goldman Sachs Equity Factor Emerging Markets Index TRN, è infatti realizzato a partire dai titoli del parent index individuando i più reattivi ai factor di momentum, value, quality, size, e low beta e poi ottimizzando l'esposizione del portafoglio (in termini di rischio e rendimento) agli stessi in fase di pesatura dei singoli titoli (metodica proprietaria GS). Il processo avviene nel rispetto di precisi vincoli finalizzati a mantenere le caratteristiche dell'indice similari a quelle del parent index e da dotto un cap al 4% per singolo emittente. Il plus offerto da questo approccio, ed in generale dalle strategie smart beta multifattoriali, risiederebbe, vale la pena ricordarlo, nella loro capacità di cogliere l'evoluzione del ciclo economico sfruttando di volta in volta i factor maggiormente in grado di beneficiarne senza quindi sottoperformare come quelle zavorrate da factor singoli e non più adatti al nuovo contesto. Tuttavia, queste strategie devono fare i conti con le interazioni tra factors, elemento di fondamentale importanza, nonché con la permanenza in portafoglio, questa generalmente prevista come non di brevissimo termine. L'ETF arriva su Borsa Italiana con una commissione annua di 0.85% (0.65% mng fee e 0.2 % swap fee) e oltre 120 milioni di euro in dollari in AUM e forte un una gamma indici, quella appunto nata dalla collaborazione Invesco/Goldman che vanta già oltre un miliardo di dollari in gestione. Eventuali dividendi sono capitalizzati. Il secondo ETF che Invesco decide di portare su Piazza Affari è invece dedicato a chi intende approfittare delle recenti revisioni apportate, proprio in questi mesi, ai più famosi sistemi di classificazione settoriale dei titoli. La volontà congiunta di MSCI e S&P , ha infatti finalmente prodotto la tanto attesa nascita, in settembre, del communication services sector, ossia un nuovo settore in grado di riunire alcune delle aziende più grandi influenti ma soprattutto moderne e intersettoriali del nuovo millennio senza incorrere nelle limitazioni imposte da criteri di classificazione ormai obsoleti. Anche FTSE Russell ha lavorato in tal senso sulla propria gamma indici aggiornando il sistema di classificazione proprietario ICB, in un certo senso, omologandolo al più diffuso GICS. Protagoniste del cambiamento sono state aziende del calibro di Facebook Inc, Alphabet Inc e Netflix Inc, che hanno abbandonato gli indici originari per confluire nel nuovo e più ampio undicesimo settore spingendo di conseguenza gli issuers a rivedere i prodotti pre esistenti o lanciare alternative specifiche come appunto Invesco Communication S&P US Select Sector UCITS ETF (IE00BG7PP820), uno strumento settoriale, swap based e con un TER pari a 0.14%. Lo S&P Select Sector Capped 20% Communication Services Index nella sua versione TRN, indice di riferimento prescelto, è un tradizionale market capitalization weighted (corretta per il flottante ossia eliminando dal computo le azioni non scambiate sul mercato ossia detenute a scopo di controllo o comunque non disponibili per gli investitori) modificato dall'introduzione del cap al 20% per issuer che identifica le sue componenti tra quelle del noto S&P 500. L'ETF opta per la capitalizzazione dei proventi

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