Truffa diamanti: L’inganno delle banche
Sono finiti nel mirino degli indagati 5 grandi banche italiane nello scandalo diamanti che ha coinvolto Banco Bpm con Banca Aletti, Unicredit, Intesa San Paolo e MPS. Oltre agli istituti di credito citati i sequestri preventivi disposti dal procuratore aggiunto di Milano Targetti hanno riguardato la Diamond Private Investment (DPI) e la fallita Intermarket Diamond Business (IDB), il cui ad Claudio Giacobazzi è stato trovato morto il maggio scorso. Lo scandalo è emerso nell’ottobre 2017 con le multe dell’Antitrust ed è stato poi sviluppato dalla Procura di Milano ed è nato un filone di indagine. Già la trasmissione Report nel 2016 aveva fatto emergere le discrepanze tra le valutazioni offerte dalle banche e le reali quotazioni di Rapaport, listino prezzi delle pietre preziose. La dinamica si riferisce alla vendita di pietre preziose ai clienti di istituti di credito e promossi come “bene rifugio”, in realtà i prezzi venivano gonfiati con l’aiuto delle banche che fornivano come garanzia del valore le quotazioni di mercato stampate sulle pagine dei titoli di Borsa che in realtà erano annunci promozionali pubblicati a pagamento. L’accusa della Procura di Milano è di truffa aggravata e autoriciclaggio a carico di una settantina di persone. Coinvolto anche il direttore generale di Banco Bpm Maurizio Faroni insieme ad altri dirigenti della banca. I sequestri sono stati disposti per 83 milioni al Banco Bpm e Banca Aletti, 32 milioni a Unicredit, 11 milioni a Banca Intesa, 35 milioni a Mps, 149 milioni alla IDB e 165 alla DPI.