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Giuseppe Politi

Le previsioni negative di crescita che pesano sull’Italia


La difficile situazione italiana prosegue di anno in anno, come a rincorrere degli appuntamenti mancati. Ormai, la storia degli annunci e degli allarmi è nota da almeno dieci anni, una situazione antica, con molti responsabili, soprattutto quelli che avendo avuto la gestione della cosa pubblica, ne hanno abusato. Ne abbiamo colpa anche noi cittadini, di non aver segnalato troppo i comportamenti di talune persone, come le aziende che spesso hanno pensato tanto al profitto e poco alle persone. Senza parlare dell’Ambiente, che da Nord a Sud è stato offeso con rifiuti tossici. Tante cose accadute e il Paese fa fatica anche per questo, stentando a ripartire. E’ chiaro che le stime di crescita dell’Istat non siano delle migliori, la correzione al ribasso è puntuale, il Fmi raccomanda l’Italia e anche l’Europa a fare di più. In aggiunta, il Centro studi di Confindustria vede l’Italia ferma, azzerando le sue previsioni per il Pil 2019, già ribassate a ottobre al +0,9%. L’Unione degli Industriali sostiene che pesano la manovra di bilancio poco orientata alla crescita, l'aumento del premio di rischio che gli investitori chiedono sui titoli pubblici italiani, il progressivo crollo della fiducia delle imprese e gli investimenti privati per la prima volta in calo (-2,5%, escluse costruzioni) dopo 4 anni di risalita, e per finire, non si vede un'inversione di tendenza nei contratti.

Però nel rapporto, si è fiduciosi che un auspicato cambio di passo nella politica economica nazionale possa essere sostanziale per cambiare verso. Per il capitolo Cina, il rapporto, pur essendo d’accordo sulla Via della Seta, raccomanda molta attenzione con il paese orientale per le condizioni non ottimali e spesso non trasparenti, anche se la maggiore cooperazione possa servire, ma senza creare frizioni con il nostro principale alleato atlantico. Intanto arriva anche la doccia fredda dell’agenzia di rating S&P, che taglia le stime del Pil dell’Italia del 2019 prevedendo una crescita solo dello 0,1%.

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