Italia, la lunga e difficile risalita economica
Nel 2018 l’accreditamento dell’Italia verso l’estero resta su livelli elevati (42,2 miliardi di euro), pur subendo un calo di 1,8 miliardi rispetto all’anno precedente. Al risultato complessivo contribuisce la diminuzione di circa 3,8 miliardi del disavanzo delle amministrazioni pubbliche e il miglioramento della posizione finanziaria delle società non finanziarie (+1,4 miliardi) e delle famiglie (+0,9 miliardi). Per le società finanziarie l’accreditamento si mantiene su livelli elevati (42,5 miliardi di euro) anche se in calo di quasi 8 miliardi rispetto all’anno precedente, per il venir meno del sostegno pubblico intervenuto nel 2017 attraverso trasferimenti in conto capitale alle banche in difficoltà. Intanto l’Istat ci comunica la stima degli occupati, in crescita rispetto a febbraio (+0,3%, pari a +60 mila unità) con il tasso di occupazione in salita al 58,9% (+0,2 punti percentuali). Una ripresa dopo la sostanziale stabilità del mese precedente e l’aumento riporta il numero di occupati vicino ai livelli massimi registrati a metà del 2018. La crescita occupazionale riguarda entrambi i generi, con una significativa espansione delle classi di età più giovani e soprattutto tra i dipendenti permanenti. Alla crescita degli occupati a marzo, si aggiunge un forte calo dei disoccupati e la sostanziale stabilità degli inattivi. Su base trimestrale, si rileva un aumento dei dipendenti permanenti e un calo di quelli a termine e su base annua il tasso di occupazione aumenta sia per gli uomini (+0,4%) sia per le donne (+0,5%). Il tasso di disoccupazione cala per entrambe le componenti (-0,5% per i maschi e -1,1% per le femmine) e in tutte le classi d’età, con maggiore intensità tra i 15-24enni (-1,6 punti percentuali). Anche il Sole24Ore nelle sue analisi di giorni fa ci scrive che l’Italia è fuori dalla recessione tecnica. Informazioni, analisi e statistiche che ci fanno ben sperare che sia la volta buona.
