Spread, nuovo saliscendi da tante ragioni
Lo spread è di nuovo in scena. Dopo i minimi toccati a metà settembre a 132 punti base riprende a salire per effetto di diversi aspetti sul panorama nazionale e internazionale. Se la probabile intesa Usa-Cina allenta la tensione, a pesare sul clima e la situazione in generale arriva la questione del settore siderurgico italiano che con il piano di chiusura degli altoforni delle acciaierie di Taranto (Afo2 il 12 dicembre, Afo4 il 30 dicembre, Afo1 il 15 gennaio e il treno a caldo tra il 26 e il 28 novembre per mancanza di ordini), comunicato dall’amministratore delegato di Arcelor Mittal, Lucia Morselli crea molta fibrillazione sia nel mondo del lavoro (rischiano il lavoro circa 20.000 lavoratori incluso l’indotto) sia nel Governo, nonostante, l'azienda precisa, che rispetterà tutti gli impegni, a partire dal pagamento delle spettanze previste dal sistema di appalto. Ma i mercati finanziari risentono anche del fattore Germania, cioè l’apertura da parte dei tedeschi alla garanzia europea sui depositi bancari. Una proposta in parte positiva ma che richiede in contropartita che le banche riducano i titoli di Stato nazionali nei loro bilanci. Intanto, lo spread BTp-Bund è salito in questi giorni fino a 178 punti base per poi successivamente attestarsi intorno ai 165 punti base. Ma che cosa è lo spread? Significa differenziale, usato nel linguaggio politico o finanziario, per indicare la differenza di rendimento tra due titoli (azioni, obbligazioni, titoli di stato). Nel caso dei titoli di Stato, spesso il termine di paragone sono i Bund emessi dalla Germania (Bundesanleihe) vista la solidità e la forza dell'economia tedesca e tutti i principali sondaggi finanziari mostrano che la Germania è il Paese europeo che può dare più garanzie. Per questo motivo, le economie degli Stati vicini si confrontano con la realtà più virtuosa del proprio continente per percepire il tasso di rischiosità delle proprie manovre finanziarie. Ma c’è un ulteriore motivo a creare tensione, di natura tecnica,cioè quando Draghi ha effettuato il taglio dei tassi sui depositi delle banche in Bce (a -0,50%) ha introdotto un meccanismo per questa misura, il cosìdetto “tiering“, cioè il tasso negativo non si applica a tutti i depositi in Bce, ma è stato introdotto un sistema di esenzioni e nel caso delle banche italiane verrebbero esentati dai tassi negativi depositi per 90 miliardi (oltre ai 15 miliardi della riserva obbligatoria) e questo farebbe salire i tassi dei p/t e di conseguenza dei BTp.