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Immagine del redattoreLuca Baj

Il diritto al bello

ospite: Maria Agostina Cabiddu

Professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico – Politecnico di Milano.


In più norme della nostra Costituzione è sotteso un diritto che passa per il dovere della Repubblica di promuovere la cultura, tutelare il paesaggio e il patrimonio storico-artistico, garantire la libertà di arte, scienza e insegnamento e l’accesso all’istruzione: è il diritto al bello come piena realizzazione dell’individuo ed elemento caratterizzante dell’identità civile italiana.

Secondo Maria Agostina Cabiddu, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico al Politecnico di Milano e autrice di Bellezza, è quantomai prioritario riconoscerne l’universalità e assicurarne a tutti il godimento attraverso un sistema nazionale per la bellezza.

Il ricordo dell’intervista al primario del reparto di terapia intensiva di Bergamo, che aveva installato nel reparto riproduzioni di opere dell’Accademia Carrara, perché la bellezza è una forma di terapia.

Al brutto, purtroppo, ci si abitua. Ma la felicità risiede nella bellezza.

La società del “buon vivere”, del vivere nella bellezza.

Sono maturi i tempi perché si possano organizzare le diverse “domande di bellezza”, di efficienza, di cose da fare per migliorare.

L’Italia è un Paese che non è capace di sfruttare la sua bellezza, non solo quale fonte di accrescimento economico, ma dello sviluppo delle persone e delle comunità.


I pilastri della bellezza quotidiana non sono definibili, così come non lo fa il Codice dei Beni Culturali, che vi fa rientrare ogni testimonianza di civiltà.


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