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Giuseppe Politi

Le vie del verde in città

Nel 2014 il Comune di Bergamo ha ideato tre percorsi tematici dedicati alle sue tre anime: i colli, il centro storico e il piano. Per Bergamo Bassa un filo rosso ha guidato lungo le Vie della Storia, mentre in Bergamo Alta uno blu lungo le Vie del Tempo. Per i colli invece il discorso è stato più articolato, perché le Vie del Vede (filo verde) si snodano sui versanti nord-occidentali del Parco dei Colli e quindi prendono due diverse direzioni: da San Vigilio fino a Castagneta, deviando per Valmarina, sede del parco, e da San Vigilio alla Valle di Astino. I tre percorsi - rosso, blu, verde - sono disponibili in forma cartacea, app e internet e hanno andamento circolare, cioè iniziano e finiscono nello stesso punto, che è la funicolare di San Vigilio (stazione inferiore) in Largo Porta Sant’Alessandro in Bergamo Alta; il consiglio per tutti è quello di dotarsi di scarpe comode e di un k-way, verificando sempre preventivamente la fattibilità degli itinerari in base alle proprie condizioni fisiche. Riguardo la funicolare è entrata in funzione il 27 agosto 1912, dotata di due carrozze della portata di 32 persone ciascuna, poi sostituite con un’unica capiente con gli attuali 55 posti; la sua tratta copre una lunghezza di 630 metri e un dislivello di 90 metri. Rispetto a quella di Città Alta, ben più famosa, è panoramica e serve soprattutto per gli spostamenti degli abitanti dei Colli e degli escursionisti che si avventurano sui sentieri del parco regionale. Il PRIMO PERCORSO indica di portarsi dalla stazione superiore della funicolare di San Vigilio fino allo Slargo Vetta dove sorge VILLA RUMI VIVIANI, ai piedi del Monte Bastia, il colle più alto della città. L’edificio dalle fogge eclettiche viene edificato nel corso del Cinquecento e ristrutturato solo nel 1925: l’elemento più evidente è la torre merlata con finestre ad archetti a tutto sesto in mattoni, mentre il parco terrazzato su più livelli è qualcosa di incredibile per lo scenario che offre. Scendendo lungo Via San Sebastiano - tra ville liberty, nuclei abitativi cinquecenteschi e dimore di personalità autorevoli - si raggiunge VILLA NATTA, abitata dal Premio Nobel Giulio Natta (Porto Maurizio 1903 - Bergamo 1979), che riposa nel nostro cimitero civico; è posta alla base delle pendici del Colle San Vigilio e affaccia sulla piccola chiesa di San Sebastiano e sul nucleo abitato di Sudorno. Poco oltre si può optare per proseguire sulla via asfaltata o imboccare sulla destra Via alle Case Moroni, che conduce senza protezioni alle CASE MORONI, un nucleo cinquecentesco di rustici, utilizzati anche come frasche fino al secolo scorso; anche in questo caso il panorama che si gode spazia sulla valle di Astino e la retrostante pianura: la Botta di San Sebastiano, il bosco dell’Allegrezza, la Chiesa della Madonna del Bosco, l’ex Monastero d’Astino, il nucleo di Sudorno. Tornati in prossimità dello Slargo Vetta sul Monte Bastia, tramite Via Vetta, si scende attraversando il BOSCO DI CASTAGNETA lungo scalette e viottoli, profilando le tracce dell’Acquedotto dei Vasi di origine romana. L’antichissimo sistema idrico (3,5 km, dislivello di 70 m) portava in città, all’altezza della Porta Sant’Alessandro in Colle Aperto, l’acqua delle sorgenti poste sui versanti settentrionali dei colli: ha fornito acqua per usi domestici ai cittadini di Bergamo fino al primo Ottocento, mentre per gli usi industriali si utilizzava quella condotta dal fiume Serio. Sempre in tema di acque in Via Castagneta, alla base del Sentiero dei Vasi in località Gallina, una lapide del 1329 in marmo grigio ricorda la pulizia dell’antico acquedotto, voluta dal podestà comunale Beccaro Beccaris. Il tracciato (Via Scalvini - Via Ramera - Via Castagneta) taglia il Bosco urbano dei Vasi, area di interesse ambientale e paesaggistico del Parco Regionale dei Colli di Bergamo, dove castagni, querce e robinie dominano l’ambiente in cui magicamente ci si ritrova. Inoltre scorci panoramici offrono sempre graditi colpi d’occhio, che dai semplici edifici rurali circondati dai tipici ronchi (terrazzamenti coltivati a vite) raggiungono il Canto Alto, la sommità più elevata del Parco dei Colli di Bergamo. Il nucleo di Castagneta si dispiega lungo un’antica strada, parallela all’Acquedotto dei Vasi, che conduceva in Valle Brembana e poi via via nel cantone dei Grigioni (CH). ll nome ricorda la presenza dei castagneti sui colli di Bergamo e l’abitato si avviluppa attorno alla sua chiesa dedicata a San Rocco. Ed è proprio prima di raggiungere la chiesa che sulla desta si incontra tra le fronde Via Tavernelle, un poco irta e sdrucciolevole: al termine porta al ROCCOLO DI CASTAGNETA, utilizzato oggi esclusivamente per l’inanellamento degli uccelli a scopi scientifici e non più per catturarli come in passato; i roccoli si costruiscono con pazienti potature e sagomature di alberi, a cui venivano allacciate le reti, dove restavano impigliati i volatili: l’uccellatore li spaventava lanciando uno spauracchio dal casello di guardia, mimetizzato nella vegetazione, così da attirarli nella trappola. Da Castagneta una eventuale deviazione porta all’ex Monastero benedettino di Valmarina, oggi sede del Parco dei Colli di Bergamo, raggiungibile anche con la Green Way, la pista pedonale e ciclabile che corre sotto il versante settentrionale delle mura. Oppure si può scendere per il bosco di ciliegi fino a Valverde. O ancora si può proseguire fino a intercettare Via Sotto le Mura di Sant’Alessandro e raggiungere la PORTA DEL SOCCORSO,

la quinta porta del sistema fortificato veneziano cinquecentesco (1561-1595), visibile da dietro una cancellata e all’interno di una proprietà privata: rappresentava


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