Legal & General porta su Borsa Italiana la prima proposta tematica sull'economia dell'idrogeno
Abbiamo assistito alla consacrazione dei portafogli tematici quale investimento obbligatorio per superare la rudimentale rigidità degli indici settoriali, obsoleti in quanto chiaramente incapaci di gestire il cambiamento generazionale e tecnologico. Da strumenti di nicchia a standard il passo è stato breve. In pochi anni, in qualche caso mesi, le masse in gestione e quelle investite in ETF tematici, hanno raggiunto livelli altissimi, proiettando issuer e index provider particolarmente lungimiranti, come ARK Invest o il provider Solactive tra i leader delle relative industrie. Certo, forse ora le quotazioni si sono spinte a livelli oltremodo ottimistici e l'investitore lungimirante dovrebbe considerare una riponderazone dei pesi in portafoglio. Uno dei problemi dell'investimento tematico è infatti la rapidità con la quale il desiderio di possedere quote in aziende valide di prospettiva ma con fondamenta oggi poco o per nulla stabili viene meno nel momento in cui all'euforia e all'ottimismo subentrano paura e poi panico. Qualcosa che le nuove generazioni che si apprestano a muovere i primi passi nel mondo degli investimenti non hanno ancora visto. Ad un certo punto i mercati scendono, e solo chi conosce veramente il potenziale di una tecnologia, di un vantaggio competitivo e del relativo progetto di business nonché le reali tempistiche di realizzo saprà restare in posizione di fronte a perdite a doppia cifra. A Wall St. cambiano le tasche non le regole, si usa dire oppure "history repeting", se volete. Oppure no. L'investimento tematico, oltre ad aver già mostrato i muscoli in fase di ripresa ben oltre qualsiasi altra allocazione (TIPS a parte), dimostrerà prossimamente anche ribassi più contenuti come potremmo attendersi da titoli estremamente più solidi di quelli che vivono di "prospettive"? Nonostante le performance stellari degli ultimi mesi non aiutino a far emergere questa sua caratteristica, l'investimento tematico nasce soprattutto per essere proiettato nel lungo termine. Le energie pulite, in particolare, costituiscono notoriamente uno dei macro trend più importanti e più solidi, per questo, anche uno dei più lenti nel portare i sui risultati. La svolta basata sull'idrogeno, intesa a livello globale quale primaria fonte d'energia pulita, sarà infatti lenta, in perfetta simbiosi con solare ed eolico, ma molto più impegnativa dal punto di vista infrastrutturale. Quasi una decina d'anni, secondo le stime più recenti, saranno necessari per avere un mondo che punterà con decisione sull'idrogeno. Come spesso accade il problema sono i costi non più le tecnologie, ma, considerato il trend al ribasso che emerge dai dati, i tempi non sono più così remoti da poter far pensare, come è stato per molti anni, che gli investimenti sul tema possano essere “senza prospettiva”. Le alternative d'investimento sul tema clean energy (gestite e non) non mancano di certo ma, per quanto riguarda la svolta basata sull'idrogeno, viste le tempistiche necessarie a smarcare l'altissimo potenziale dell'investimento, è cruciale esporsi a condizioni vantaggiose di prezzo e diversificazione, il che può diventare più semplice con un prodotto focalizzato. Legal & General, uno degli issuer più attenti sul mercato europeo per quanto riguarda l'investimento tematico, accetta la sfida la sfida con il suo L&G Hydrogen Economy UCITS ETF (IE00BMYDM794), uno strumento altamente diversificato che, primo nel suo genere, intende seguire passivamente la composizione del Solactive Hidrogen Economy index TRN, benchmark che investe esclusivamente su società internazionali attivamente operanti nell'economia dell'idrogeno. Si tratta di un ETF finalizzato a cogliere negli anni l'evoluzione del valore attraverso tutta la catena del valore collegata allo sfruttamento dell'idrogeno, elettrolizzatori , celle combustibile, mobilità basata sull'idrogeno e ogni player sia direttamente coinvolto in questa filiera, che, vale la pena ricordarlo ha il grande vantaggio di poter entrare in completa simbiosi con lo sfruttamento di solare ed eolico per produrre energia ad impatto quasi pari a zero. L'ETF opta per la replica fisica dell'indice ed è proposto nella versione a capitalizzazione dei proventi in funzione di un TER annuo onnicomprensivo stimato allo 0.55%.
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